Personalmente l’astronomia mi ha colto nell’infanzia, infatti fin da piccolo, ma piccolissimo, stavo col naso all’insù tutte le volte che potevo per guardare quei magici puntini luminosi che brillavano nel cielo. A sei anni potei osservare un’eclissi di Sole e una rarissima aurora boreale visibile dall’Italia, mentre poco dopo costruii un telescopio, paragonabile a quello di Galileo, mettendo insieme un oculare del mio microscopio con una lente degli occhiali di mia nonna, che segai alla bisogna. Mia nonna non gradì particolarmente, ma mi voleva molto bene.
L’approccio alla conoscenza dei misteri della volta celeste secondo me procede in primo luogo dalla sua bellezza. Difficile non rimanere affascinati da questo mistero che sta sopra le nostre teste e dalla beatitudine che comunica osservare la volta celeste. Poi può scattare il desiderio di conoscenza, quindi si comincia a studiare, ad indagare, in maniera più o meno scientifica, ma per quello che mi riguarda, ma spero e penso anche per i professionisti del settore, che non venga mai meno l’entusiasmo per la bellezza che il cielo notturno trasmette. Qui su THN vogliamo condividere con voi un poco di questa bellezza.
Massimo Rodolfi